4 storie di corridori non-più-giovani e ancora vincenti

Fino a che età si può correre e competere dignitosamente in gare di running?

Beh, ci sono atleti che sono riusciti ad ottenere grandi vittorie e tempi di tutto rispetto anche quando non erano più così giovani. Qualcuno di loro, addirittura, si è spinto a correre maratone sotto le tre ore quando aveva già superato da un pezzo gli ottant’anni.

Ecco a voi 4 storie di atleti non-più-giovani ma ancora vincenti.

Marco Olmo

Il primo e forse più conosciuto, almeno per noi italiani, è Marco Olmo.

Nato ad Alba, è l’emblema dell’umiltà e della tenacia. Ha lavorato come boscaiolo, camionista e operaio in cava. Iniziò a correre a 27 anni per scelta salutista. Ha cominciato a gareggiare – su distanze dalla maratona in su – solo dopo i quarant’anni. Nel 1998 vinse la sua prima Desert Marathon alla veneranda età di 50 anni. A quella vittoria seguirono i trionfi del 1999 (51 anni) e 2000 (52). Dal 2001 al 2003, Olmo si aggiudicò per tre anni di fila la Desert Cup, una ultratrail di 168 km che si corre nel deserto giordano. Non sazio, dal 2003 al 2005 partecipò alla Grand-Rail du Cro-Magnon, un ultratrail di 104 km e 5500 metri di dislivello: vinse tutte e tre le edizioni. Poi – ciliegina sulla torta – arrivarono i due trionfi consecutivi all’UTMB 2006 e 2007. L’Ultra Trail del Monte Bianco è la più dura delle corse su ultra distanza (170km e 10.000 metri di dislivello) e l’atleta piemontese la vinse quando era già alla soglia dei sessant’anni…

Oggi Marco Olmo ha 75 anni e continua a correre (“a giorni alterni”) e a gareggiare di tanto in tanto su distanze anche importanti.

Ed Whitllock

Canadese di origine britannica, Ed Whitlock da ragazzo ebbe un breve passato da corridore, ma smise presto. Riprese a correre quando aveva già quarant’anni. Nel 2000 divenne la persona più anziana a correre la maratona in meno di 3 ore. La corse in 2h52’47”, e aveva già 69 anni.

E non si è fermato lì. A 73 anni riuscì a chiudere la Toronto Marathon in 2h54’48”, a 74 anni la maratona di Rotterdam in 2h58’40”. L’ultima sua grande maratona è stata nel 2011, chiusa con un tempo di 3h15’54”: Whitlock aveva appena compiuto ottant’anni.

Su questa pagina di wikipedia c’è l’elenco completo di tutte le sue maratone, con tanto di riscontro cronometrico.

Questo curioso personaggio correva tra l’altro, con delle scarpe da corsa vecchio stampo, che oggi somigliano più a delle sneakers che a delle supershoes. Per i più curiosi, vale la pena di guardare questo documentario girato a casa sua qualche anno fa, prima della sua morte (avvenuta nel 2017):

Fauja Singh

E poi c’è l’indiano Fauja Singh, classe 1911, che iniziò a correre per divertimento solo all’età di 89 (avete letto bene: ottantanove) anni. Nel 2003, all’età di 92 anni, Singh chiuse la maratona di Londra in 6h02’. Non contento, qualche mese più tardi si migliorò alla Toronto Marathon, che concluse in 5h40’. La prestazione gli valse anche un contratto di sponsorizzazione con l’Adidas, che lo fece partecipare a una sua famosa reclame in compagnia di David Beckham. Il 16 ottobre 2011 l’indiano era già centenario e divenne il corridore più anziano di sempre a concludere una maratona: impiegò 8h25’.

Shoji Tomihisa

Il giapponese Shoji Tomihisa era un arzillo 97enne quando, su consiglio del suo medico di base, infilò per la prima volta nella sua vita le scarpette da corsa e iniziò ad allenarsi.

Classe 1918, Tomihisa ha combattuto durante la Seconda Guerra Mondiale ed è stato uno dei soldati intervenuti per primi nelle operazioni di pronto soccorso dopo il bombardamento di Hiroshima da parte degli americani.

Dopo la guerra, Tomihisa ha lavorato per le ferrovie giapponesi, fino al pensionamento.

Mai gli era passata per la testa l’idea di fare sport. Come già scritto, l’input arrivò dal suo medico di famiglia, che lo incoraggiò a fare del movimento per tenersi in forma. In Giappone la corsa è sicuramente lo sport più popolare (non a caso il Giappone è la terza nazione con i maratoneti più vincenti di sempre, dopo il Kenia e l’Etiopia).

E così Tomihisa cominciò ad allenarsi sul serio. A 102 anni suonati, stabilì il record Giapponese sui 60 metri in 16’98” nella categoria 100-104 anni.

In occasione delle Olimpiadi di Tokyo 2020, Tomihisa è stato l’atleta più anziano selezionato per correre come tedoforo nella staffetta della fiaccola. Purtroppo, a causa della pandemia di coronavirus, la staffetta sulle strade pubbliche fu annullata e, sebbene avesse preso parte alle cerimonie correlate, la corsa di Tomihisa fu annullata.

Lo scorso 13 maggio, all’età di 105 anni, Tomihisa ha annunciato il suo ritiro dalle gare durante una cerimonia tenutasi al Miyoshi Sports Park Field.

Le sue ultime dichiarazioni sono state: “Mi considererei molto felice se avessi esteso di un solo passo, o anche di mezzo passo, quelli che conosciamo come i limiti del possibile. Anche se sto lasciando il mondo delle competizioni, sono ancora pieno di ricordi delle gare del mio passato. Ricordarle sarà motivo di piacere per il resto della mia vita”.

La via per la longevità

Fino a che età si può correre? Siamo abituati a pensare che la corsa sia uno sport traumatico, che faccia male alle articolazioni e che quando l’età avanza forse dovremmo dedicarci a sport meno impegnativi, come il ciclismo, il nuoto o una semplice passeggiata.

Eppure gli esempi di questi quattro atleti ci dimostrano che la corsa è possibile a qualsiasi età. D’altronde correre è il gesto più naturale per l’uomo. Se impariamo a conoscere il nostro corpo e ad allenarci con intelligenza, adeguando i carichi di lavoro al tempo che passa, possiamo sperare di correre molto più a lungo di quanto si pensi nell’immaginario collettivo. Non importa se sia per vincere un ultratrail, per partecipare a una 10K o semplicemente per tenerci in forma con un po’ di jogging sulle strade di casa.

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