Storie di successo: Leandro Faggiano

2h39’13”. È questo il tempo impiegato da Leandro Faggiano per concludere la maratona di Firenze lo scorso 26 novembre.

Leandro è uno degli atleti seguiti da Lorenzo Lotti e abbiamo deciso di intervistarlo per farci raccontare la sua esperienza di corridore, con l’augurio che possa essere di ispirazione per tanti altri che, come lui, desiderano cimentarsi sulla distanza “regina” della maratona e concluderla con un gran tempo.

Ciao Leandro, raccontaci in breve chi sei e com’è nata la tua passione per la corsa.

Sono un agente di polizia municipale che lavora su turni h24. La passione per la corsa arriva da mio padre, lui corre da più di 40 anni. Io sono un atleta “giovane”, sono stato sedentario fino a giugno 2017, pesavo 120 chili. È stato proprio nell’estate di quell’anno che ho fatto la prima gara di atletica, a Telese Terme, una corsa Fidal, e da lì ho capito che la corsa mi piaceva. Ho iniziato a correre regolarmente, a poco a poco ho perso peso e migliorato i miei tempi…

Sei anche salito sul podio dei campionati di polizia municipale…

Sì, ho partecipato a due campionati con la polizia municipale, entrambi nel 2021: sono arrivato secondo al cross ASPMI e terzo nella prova su strada. Grazie a quei due risultati, ho guadagnato di diritto la partecipazione ai campionati europei di corsa campestre e di maratona. Purtroppo durante il cross avevo il mal di schiena e la gara è stata una sofferenza unica; l’ho chiusa solo per onorare la maglia. È andata meglio con la maratona. Si è disputata a Eindhoven e io l’ho chiusa con un onorevole 2h48’.

Qualche mese fa hai deciso di affidarti a un running coach. Perché?

Dovevo preparare la maratona di Firenze, avevo iniziato da solo e non avevo troppi stimoli. Navigando sui social, ho conosciuto la figura di Lorenzo Lotti. Ho visto i suoi risultati sul portale Fidal, mi è sembrato uno preparato e non mi sbagliavo. Lui è uno che sa cosa vuol dire correre sulle lunghe distanze.

Quante maratone avevi corso prima di Firenze?

Soltanto 3 maratone, compresa quella di Eindhoven.

Come è avvenuta la tua preparazione a Firenze?

Quando Lorenzo ha accettato di seguirmi, abbiamo fatto una chiamata conoscitiva e mi ha fatto un sacco di domande sulla mia carriera atletica e sui miei obiettivi. Poi mi ha fatto compilare per iscritto un questionario, nel quale ho risposto a molte altre domande. Ho trovato Lorenzo molto metodico. Qualche giorno dopo, sulla base delle mie risposte, Lorenzo mi ha preparato una tabella ad hoc. Mi ha fatto allenare nei giorni della settimana in cui avevo dato la mia disponibilità e questo mi ha permesso di conciliare benissimo corsa e lavoro.

Ho trovato i carichi di lavoro giusti per la distanza che stavo preparando. Lorenzo mi ha fatto impostare molto bene i passi di allenamento, sono riuscito a concludere ogni lavoro specifico senza arrivare col collo tirato e così ho concluso la preparazione senza problemi.

Fino al giorno della maratona.

Sono arrivato con le gambe fresche. Mi aspettavo di fare 2h45’…. Era il mio obiettivo, diventato anche una sfida con gli amici. Poi è arrivato un 2h39’. Che dire? Sono contentissimo! Con Lorenzo mi sono trovato benissimo.

Hai svolto anche del potenziamento muscolare durante la preparazione?

Sì, due volte a settimana. Ho trovato beneficio nel farli. Sento una forza diversa a livello del core e delle gambe. Pensa che durante tutta la maratona non ho mai accusato stanchezza…

Cosa ti è piaciuto maggiormente del metodo di Lorenzo?

La distribuzione degli allenamenti mi è sembrata molto equilibrata. Ho apprezzato l’alternanza di lunghi con carichi di potenziamento. Inoltre le ripetute non erano sulle classiche distanze che fanno tutti i coach. Gli allenamenti erano vari. E la tabella era costruita ad hoc.

Cosa cerchi in un coach?

Qualcuno che mi aiuti ad avere consapevolezza del mio valore e mi aiuti a tirare fuori il meglio dalle mie potenzialità.

Il coach è stato importante per gestire anche la strategia di gara e l’aspetto mentale?

Sicuramente. Con Lorenzo ci siamo sentiti il martedì prima della gara. Abbiamo concordato la strategia. Però devo confessarti che in gara ho fatto diversamente. L’idea di Lorenzo era quella di partire tranquilli e poi crescere nel finale. Io però stavo bene. Dopo i primi chilometri, mi sono detto: “Spingo fino alla mezza, poi vedo come va”. Dopo i primi 21k stavo bene, e ho continuato con quel passo. Nella seconda metà di gara ho perso solo 25”, dovuti per lo più alla salita finale e ai tanti cambi di direzione dell’ultima parte del percorso. Posso dire di essere andato molto regolare.

E poi all’arrivo hai ritrovato Lorenzo!

Sono arrivato 3’ dopo Lorenzo e l’ho trovato nel paddock dove distribuivano le medaglie. Appena l’ho visto, è stato istintivo andare ad abbracciarlo e ringraziarlo. Questo successo è anche suo.

Prossimi obiettivi?

Per adesso ho messo in calendario una 10km per testarmi su una gara più veloce. Nel 2024 vorrei battere il mio personale sulla mezza, ho scelto quella di Napoli, a fine febbraio. In primavera e in estate poi tornerò a gareggiare su distanze più brevi.

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